come difendere il tuo brand

Come difendere il tuo brand e i tuoi clienti dai competitor

Come difendere il tuo brand e i tuoi clienti dai competitor, evitando perdite di fatturato?

Si sa, il mondo del web può spesso sembrare come una giungla nella quale è difficile districarsi, un terreno complicato che può apparire senza regole. L’unica soluzione possibile è quella d’informarsi e appoggiarsi a dei professionisti seri e soprattutto fidati. La materia è difficile, poco conosciuta,  frequentata da una miriade di agenzie e personaggi poco trasparenti che si approfittano dei malcapitati clienti.

Oggi vogliamo parlare del “brandjacking” o del “furto del marchio” e del perché questa strana parola ti dovrebbe interessare.

Che cos’è il brandjacking?

Sotto la denominazione brandjacking vengono classificate diversi tipologie di appropriazione del marchio altrui, molto eterogenee e diverse tra loro.

Per quello che ci riguarda direttamente come web agency, il brandjacking è la pratica di fare annunci a pagamento sui motori di ricerca utilizzando come parola chiave il nome del brand, della marca, dell’azienda di qualcun altro. L’obbiettivo è dirottare un utente o un potenziale cliente, a proprio vantaggio, su di un altro sito o pagina web.

Come si fa a fare brandjacking?

Si crea una campagna a pagamento con un annuncio che apparirà sicuramente più in alto di tutti gli altri annunci che non sono a pagamento, utilizzando come parola chiave il nome di un brand, di un’azienda altrui.

Se ne sei vittima, quando un utente digiterà il nome della tua azienda su di un motore di ricerca cercando direttamente te, il risultato a pagamento di chi fa brandjacking apparirà più in alto rispetto a quello del tuo sito web.

Se l’utente che ti sta cercando cliccherà l’ annuncio più in alto, chi ha fatto brandjacking pagherà per quel click, ma di fatto dirotterà l’utente che in realtà stava cercando te, sul suo sito.

E’ eticamente corretto? Probabilmente la maggior parte delle persone penserebbe di no, se ne fosse a conoscenza.

E’ legale? Nella stragrande maggioranza dei casi si, per cui l’unica possibilità che hai è quella di utilizzare delle tattiche a difesa del tuo brand. Per evitare di perdere fatturato a favore di qualcun’altro.

A breve ti spiegherò come fare per difendere il tuo brand, nel frattempo eccoti alcune casistiche, per capire meglio la materia e poterti proteggere al meglio.

 Esempi di casi di brandjacking

 

Il primissimo caso che mi viene in mente, è il brandjacking effettuato nel mondo degli hotel da Booking.com e dagli altri portali di prenotazione turistici. Dove un albergo o una struttura ricettiva vengono superati, scavalcati sui motori di ricerca grazie a degli annunci a pagamento.

Ovvero, se anche un tuo cliente storico ti cercasse su Google utilizzando direttamente il nome del tuo albergo, nelle prime posizioni troverebbe gli annunci dei portali al posto di quello del tuo sito, come in questa immagine.

esempio brandjacking 

 Risultato?

Prenotazioni dirette perse, poiché questi sono utenti molto qualificati alla conversione.

Non solo, rischi di perdere anche la prenotazione intermediata (quella ricevuta tramite il portale e sulla quale paghi la commissione) poiché, se l’ospite atterra su di un comparatore come Booking.com, chi ti garantisce che non si “distragga” con altre strutture e prenoti una di queste invece della tua?

È in gioco e a repentaglio la tua clientela di ritorno già fidelizzata.

Questo è il punto 4.3.1 di ogni contratto in essere con il portale in questione, che garantisce loro la possibilità di effettuare il Brandjacking.

   “Booking.com ha diritto a promuovere la Struttura Ricettiva utilizzando la denominazione di quest’ultima nelle attività di marketing online, inclusi il marketing tramite e-mail e/o le pubblicità PPC (pay per click)”

Esempio n2

 

Eccoti un altro esempio riguardante un’agenzia di digital marketing americana.

In questo caso l’agenzia in questione difende il suo marchio con una campagna di brand protection in quanto ci sono due competitor che fanno brandjacking con annunci a pagamento (ti spiegherò come puoi difendere il tuo brand allo stesso modo tra poche righe).

Simpatico e molto efficace l’annuncio dell’agenzia cerchiato in rosso, che accortasi della campagna di brand protection attiva, ha creato un annuncio intitolato”Siamo i loro competitor n1!”.  Per comunicarsi e proporsi come valida alternativa all’agenzia cercata in principio dall’utente.

 

Come difendere il tuo brand e i tuoi clienti?

Per prima cosa devi verificare, ricordandoti di farlo periodicamente, se sei vittima di brandjacking.

Ti basterà andare su Google, che in Italia detiene il 95% delle ricerche su internet, e digitare il nome della tua azienda, in alcuni casi seguito dalla località (come ad esempio per le strutture ricettive).

Se noti che un portale, un metamotore, un competitor o altri, compaiono per primi nei risultati di ricerca al posto del tuo sito web, è il caso di prendere le dovute contromisure.

A oggi, il modo più efficace di difenderti è impostare una campagna pay per click di protezione del brand sulla keyword o parola chiave del tuo marchio. Essendo meno richiesta rispetto alle keyword tradizionali ed essendo il tuo annuncio il più pertinente, il click avrà un costo abbastanza contenuto.

Generalmente si parla di pochi centesimi a click per la stragrande maggioranza delle keyword.

Se nessuno clicca l’annuncio a pagamento non pagherai nulla. Se qualcuno lo clicca pagherai una cifra abbastanza contenuta.

È un sicuro ottimo ritorno d’investimento.

Successivamente dovrai controllare periodicamente come appari nei risultati di ricerca. Se nessuno sta facendo brandjacking sul tuo marchio e appari in alto con il tuo annuncio classico, quello non a pagamento, puoi tranquillamente disattivare le campagne e rimanere all’erta.

Sarebbe inutile apparire in prima posizione con l’annuncio a pagamento e in seconda con quello organico, dovendo così pagare dei click che riceveresti comunque gratuitamente.

Questo post su come difendere il tuo brand termina qui.

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